In uscita

Una ragione di più per andare all’inferno
Vedere, Pasolini
Non è un mistero che l’ispirazione di Pasolini fosse molto legata alle immagini dell’arte, almeno quanto alla tradizione letteraria. Ma la quasi totalità degli studi si è finora dedicata al suo rapporto col repertorio della grande pittura rinascimentale e manierista, trascurando quello controverso che ebbe con l’arte del suo tempo. Soprattutto nella sua ultima stagione, nei mesi convulsi che precedettero la tragica morte, è evidente l’attrazione – contraddittoria e combattuta – per le sperimentazioni di pittori, cineasti e fotografi dell’avanguardia: tanto avversata nelle prese di posizione pubbliche quanto presente, sia pure in modo tormentato, nel segreto dell’officina. Senza questo reagente non si capirebbero (e spesso non si sono capite) opere come Salò e Petrolio – la cui edizione più recente ha restaurato, almeno “virtualmente”, l’apparato di immagini che avrebbe dovuto accompagnare il “misterioso” romanzo lasciato doppiamente incompiuto nel novembre del 1975. Andrea Cortellessa, da sempre interessato alle avanguardie e al rapporto fra letteratura e immagini, prende in esame l’opera di Pasolini partendo dal consumo che della sua icona fa la cultura del nostro tempo e, retrocedendo come in un procedimento indiziario, risale al cuore di tenebra della biografia dell’autore e della storia del Novecento.

PENSARE BENE
Un’ecologia dei media per il XXI secolo
Come scegliamo fonti di informazioni e opinioni attendibili per farci un’idea della realtà in cui viviamo? I media di cui ci serviamo ogni giorno sono davvero adeguati a dar conto di come stanno le cose? Quelli di gran lunga più utilizzati non sono affatto progettati per offrire una rappresentazione fedele della realtà, ma per catturare il nostro tempo e la nostra attenzione in modo da monitorare comportamenti, raccogliere dati e costruire un efficiente sistema propagandistico, economico e politico, favorendo la polarizzazione, dissuadendo dall’impegno, frenando le aggregazioni che potrebbero alimentare contropoteri. In una mediasfera di questo tipo, governata da poche centrali di potere, appiattita su pregiudizi, inquinata da violenza e paura, è difficile pensare bene. Ma questo non vuole essere l’ennesimo libro sul panorama dei media nel xxi secolo. E neppure un saggio di filosofia del pensiero. È un’esplorazione del futuro possibile, un contributo a un ipotetico movimento culturale per un’ecologia della conoscenza in un ambiente mediatico a dir poco controverso. Perché non si pensa bene se si è informati male. Lo sviluppo dell’attuale forma di economia digitale, realizzato con una strategia di innovazioni disattenta alla qualità delle relazioni, ha generato esiti culturali evidentemente negativi, dei quali è tempo che la società si faccia carico, ripensando il sistema dei media in modo da renderlo compatibile con gli obiettivi democratici, ponendo fine al senso di ineluttabilità diffuso.

Rosario Livatino tra diritto e fede
A trentacinque anni dalla tesi di perfezionamento in Diritto regionale e dall’assassinio
Il 21 aprile 1990, cinque mesi prima di essere assassinato da un gruppo mafioso, Rosario Livatino conseguì con il massimo dei voti il diploma di perfezionamento in Diritto regionale presso l’Università di Palermo discutendo una tesi intitolata Le vicende della disciplina urbanistica nella Regione Siciliana: dalla legislazione statale alla produzione normativa regionale. Ritrovata nell’Archivio storico dell’ateneo grazie alla ricerca del professor Andrea Piraino e riprodotta integralmente in queste pagine – dopo i saggi di importanti giuristi – la tesi, ricca di spunti in materia di diritto urbanistico, è un tassello prezioso per ricostruire il percorso accademico di Livatino, il suo amore per la giustizia e la conoscenza delle problematiche del territorio. L’obiettivo di questo volume non è solo soffermarsi sulla figura del magistrato caduto nell’adempimento del dovere e martire in odium fidei, proclamato beato dalla Chiesa cattolica il 9 maggio 2021, ma anche approfondire il profilo meno noto dello studente modello, laureato con lode in Giurisprudenza nel 1975 e poi magistrato riservato e competente. Livatino è stato un esempio di vita cristiana e impegno civile, in cui dimensione religiosa e professionale si sono integrate. Ancora oggi rappresenta un fulgido esempio di dedizione allo studio, modestia e coraggio nella difesa delle istituzioni. Questo libro intende testimoniarlo, soprattutto di fronte ai travagli che scuotono la giustizia in Italia.

Intelligence
L’intelligence, intesa come raccolta, analisi e utilizzo delle informazioni essenziali per assumere decisioni, allarga gli orizzonti del pensiero e gli spazi del dibattito scientifico e culturale. Oggi può essere considerata una necessità sociale: aiuta le persone a difendersi dalla disinformazione dilagante, vera emergenza del nostro tempo; è utile alle aziende nella competizione sempre più sfrenata imposta dalla globalizzazione; è indispensabile agli Stati per garantire la democrazia, la sicurezza e il benessere dei cittadini. Può allora rappresentare uno strumento cognitivo ed educativo fondamentale per il xxi secolo, da studiare nelle scuole e nelle università, poiché è il terreno dove si vince o si perde la sfida del mondo che verrà.