In uscita

PENSARE BENE
Un’ecologia dei media per il XXI secolo
Come scegliamo fonti di informazioni e opinioni attendibili per farci un’idea della realtà in cui viviamo? I media di cui ci serviamo ogni giorno sono davvero adeguati a dar conto di come stanno le cose? Quelli di gran lunga più utilizzati non sono affatto progettati per offrire una rappresentazione fedele della realtà, ma per catturare il nostro tempo e la nostra attenzione in modo da monitorare comportamenti, raccogliere dati e costruire un efficiente sistema propagandistico, economico e politico, favorendo la polarizzazione, dissuadendo dall’impegno, frenando le aggregazioni che potrebbero alimentare contropoteri. In una mediasfera di questo tipo, governata da poche centrali di potere, appiattita su pregiudizi, inquinata da violenza e paura, è difficile pensare bene. Ma questo non vuole essere l’ennesimo libro sul panorama dei media nel xxi secolo. E neppure un saggio di filosofia del pensiero. È un’esplorazione del futuro possibile, un contributo a un ipotetico movimento culturale per un’ecologia della conoscenza in un ambiente mediatico a dir poco controverso. Perché non si pensa bene se si è informati male. Lo sviluppo dell’attuale forma di economia digitale, realizzato con una strategia di innovazioni disattenta alla qualità delle relazioni, ha generato esiti culturali evidentemente negativi, dei quali è tempo che la società si faccia carico, ripensando il sistema dei media in modo da renderlo compatibile con gli obiettivi democratici, ponendo fine al senso di ineluttabilità diffuso.

Intelligence
L’intelligence, intesa come raccolta, analisi e utilizzo delle informazioni essenziali per assumere decisioni, allarga gli orizzonti del pensiero e gli spazi del dibattito scientifico e culturale. Oggi può essere considerata una necessità sociale: aiuta le persone a difendersi dalla disinformazione dilagante, vera emergenza del nostro tempo; è utile alle aziende nella competizione sempre più sfrenata imposta dalla globalizzazione; è indispensabile agli Stati per garantire la democrazia, la sicurezza e il benessere dei cittadini. Può allora rappresentare uno strumento cognitivo ed educativo fondamentale per il xxi secolo, da studiare nelle scuole e nelle università, poiché è il terreno dove si vince o si perde la sfida del mondo che verrà.