La letteratura come materia oscura
La letteratura come materia oscura

Enrico Terrinoni

La letteratura come materia oscura






Cosa hanno in comune Einstein e Joyce? Entrambi hanno cercato di sfidare, con strumenti diversi, il mistero del Senso e del Tutto. Leggere i classici dell’antichità o quelli più moderni, in qualche modo, ci pone di fronte allo stesso tipo di imponderabilità offerto dai misteri che muovono la scienza. Il punto di partenza del libro sta proprio in questo parallelo tra la composizione del linguaggio e quella dell’universo, con i suoi fenomeni singolari, le sue oscurità, le apparenti arbitrarietà. Un testo letterario, qualunque esso sia, e a prescindere dalle intuizioni del suo creatore, dalla sua volontà, e persino dalle condizioni in cui vede la luce, sarebbe lettera morta se non esistesse un lettore che lo fa vivere. Ma anche nella scienza, in particolare nell’interpretazione relazionale della quantistica, accade qualcosa di simile: solo quando gli oggetti interagiscono se ne vedono le proprietà, che non sono da considerare, per così dire, intrinseche alle cose, ma appunto relative, relazionali. Questo ha spinto l’autore ad applicare alla ricezione dei testi letterari alcuni concetti propri della teoria dei quanti e altri derivanti dallo studio dell’universo. Perché «come per la scienza, anche in letteratura soltanto di fronte all’oscuro sa sprigionarsi l’immaginazione».

Cosa hanno in comune Einstein e Joyce? Entrambi hanno cercato di sfidare, con strumenti diversi, il mistero del Senso e del Tutto. Leggere i classici dell’antichità o quelli più moderni, in qualche modo, ci pone di fronte allo stesso tipo di imponderabilità offerto dai misteri che muovono la scienza. Il punto di partenza del libro sta proprio in questo parallelo tra la composizione del linguaggio e quella dell’universo, con i suoi fenomeni singolari, le sue oscurità, le apparenti arbitrarietà. Un testo letterario, qualunque esso sia, e a prescindere dalle intuizioni del suo creatore, dalla sua volontà, e persino dalle condizioni in cui vede la luce, sarebbe lettera morta se non esistesse un lettore che lo fa vivere. Ma anche nella scienza, in particolare nell’interpretazione relazionale della quantistica, accade qualcosa di simile: solo quando gli oggetti interagiscono se ne vedono le proprietà, che non sono da considerare, per così dire, intrinseche alle cose, ma appunto relative, relazionali. Questo ha spinto l’autore ad applicare alla ricezione dei testi letterari alcuni concetti propri della teoria dei quanti e altri derivanti dallo studio dell’universo. Perché «come per la scienza, anche in letteratura soltanto di fronte all’oscuro sa sprigionarsi l’immaginazione».

Contrai -
Prezzo: € 17,00
Collana: Visioni
In libreria dal: 25/10/2024
ISBN: 9788812011803
Pagine: 176
Dimensioni: 145x210 mm
Prezzo: € 9,99
Collana: Visioni
Disponibile dal: 25/10/2024
ISBN: 9788812011810

Gli autori

Enrico Terrinoni

Enrico Terrinoni insegna all’Università per Stranieri di Perugia ed è professore distaccato all’Accademia dei Lincei. Sua la prima edizione bilingue al mondo dell’Ulisse di Joyce (Bompiani, 2021). Ha curato con Fabio Pedone la traduzione dei libri III e IV del Finnegans Wake (Mondadori, 2017-2019). Tra le sue ultime opere: Oltre abita il silenzio. Tradurre la letteratura (il Saggiatore, 2019), Su tutti i vivi e i morti. Joyce a Roma (Feltrinelli, 2022), La vita dell’altro. Svevo, Joyce: un’amicizia geniale (Bompiani, 2023).

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