

Keller Easterling
Lo spazio in cui ci muoviamo
L’infrastruttura come sistema operativo
Traduzione di Andrea Migliori
Viviamo in un mondo immerso in un’infrastruttura globale, definita non più solo dalle reti fisiche dedicate al trasporto e ai servizi pubblici, ma anche da quell’insieme di standard, idee e formule replicabili che governano lo spazio della nostra vita. Introducendo il concetto di extrastatecraft, una “parola macedonia” che descrive i luoghi e le attività che agiscono al di fuori delle tradizionali pratiche di governo, Easterling analizza la natura delle infrastrutture odierne: dalle più recenti enclave extraurbane come Dubai e Mumbai alle reti globali a banda larga che stanno mutando l’essenza del continente africano, fino a quel vero e proprio parlamento extrastatale che è l’ISO, deputato alla creazione di standard validi su scala globale. Emergono così i tratti caratteristici di un pianeta in cui le infrastrutture sono diventate punto di accesso e di contatto per ognuno di noi; uno spazio infrastrutturale.
Viviamo in un mondo immerso in un’infrastruttura globale, definita non più solo dalle reti fisiche dedicate al trasporto e ai servizi pubblici, ma anche da quell’insieme di standard, idee e formule replicabili che governano lo spazio della nostra vita. Introducendo il concetto di extrastatecraft, una “parola macedonia” che descrive i luoghi e le attività che agiscono al di fuori delle tradizionali pratiche di governo, Easterling analizza la natura delle infrastrutture odierne: dalle più recenti enclave extraurbane come Dubai e Mumbai alle reti globali a banda larga che stanno mutando l’essenza del continente africano, fino a quel vero e proprio parlamento extrastatale che è l’ISO, deputato alla creazione di standard validi su scala globale. Emergono così i tratti caratteristici di un pianeta in cui le infrastrutture sono diventate punto di accesso e di contatto per ognuno di noi; uno spazio infrastrutturale.
Gli autori
Keller Easterling
Keller Easterling è architetto, scrittrice e professoressa di architettura a Yale. Prima di Lo spazio in cui ci muoviamo ha pubblicato Subtraction (Sternberg, 2014), Enduring Innocence: Global Architecture and its Political Masquerades (The MIT Press, 2005) e Organization Space (The MIT Press, 1999).