Scienza e scelte politiche durante il Covid-19
Scienza e scelte politiche durante il Covid-19

AA. VV.

Scienza e scelte politiche durante il Covid-19






Introduzione di Giuliano Amato

Treccani ha avuto la felice idea di convocare persone di diverse discipline per discutere del Covid e del dopo Covid, inviando loro un testo di Giorgio Agamben dal titolo, e dai contenuti, alquanto provocatori: La medicina come religione. È un testo su cui è difficile incontrare un consenso generale, ma è tuttavia adattissimo a porsi domande sul rapporto fra scienza e politica, sull’esistenza, e quindi sul fondamento, delle credenze collettive che attribuiscono alla scienza, e alla stessa medicina, doti sempre e necessariamente salvifiche, sul fascino, infine, che riescono per parte loro a esercitare le opposte tesi, secondo cui le risultanze scientifiche sono solo ideologie artefatte, usate dal potere per comprimere le libertà altrui.La provocazione ha funzionato e ha generato risposte, analisi e prospettive che, nonostante la necessaria brevità dei contributi, sono davvero a largo spettro. C’è la storia delle relazioni fra scienza e discipline umanistiche, con l’illuminismo di Diderot (e della sua Encyclopédie) che aveva cercato di metterle insieme, la frattura successiva fra positivismo e romanticismo, sino alla traumatica vicenda delle scorse settimane. In essa ci siamo accorti di quanto fosse ancora viva la diffidenza verso la scienza, ma anche, e soprattutto, quanto si fosse in realtà solidificata la certezza che scienza e medicina avessero in tasca la soluzione, cosicché il tonfo più grave è stato quello che ha rimesso al centro delle nostre relazioni umane la paura, la paura di un male inaspettatamente sconosciuto e quindi di un contagio contrastabile solo con il più antico dei rimedi, l’isolamento sociale.

Treccani ha avuto la felice idea di convocare persone di diverse discipline per discutere del Covid e del dopo Covid, inviando loro un testo di Giorgio Agamben dal titolo, e dai contenuti, alquanto provocatori: La medicina come religione. È un testo su cui è difficile incontrare un consenso generale, ma è tuttavia adattissimo a porsi domande sul rapporto fra scienza e politica, sull’esistenza, e quindi sul fondamento, delle credenze collettive che attribuiscono alla scienza, e alla stessa medicina, doti sempre e necessariamente salvifiche, sul fascino, infine, che riescono per parte loro a esercitare le opposte tesi, secondo cui le risultanze scientifiche sono solo ideologie artefatte, usate dal potere per comprimere le libertà altrui.La provocazione ha funzionato e ha generato risposte, analisi e prospettive che, nonostante la necessaria brevità dei contributi, sono davvero a largo spettro. C’è la storia delle relazioni fra scienza e discipline umanistiche, con l’illuminismo di Diderot (e della sua Encyclopédie) che aveva cercato di metterle insieme, la frattura successiva fra positivismo e romanticismo, sino alla traumatica vicenda delle scorse settimane. In essa ci siamo accorti di quanto fosse ancora viva la diffidenza verso la scienza, ma anche, e soprattutto, quanto si fosse in realtà solidificata la certezza che scienza e medicina avessero in tasca la soluzione, cosicché il tonfo più grave è stato quello che ha rimesso al centro delle nostre relazioni umane la paura, la paura di un male inaspettatamente sconosciuto e quindi di un contagio contrastabile solo con il più antico dei rimedi, l’isolamento sociale.

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Non disponibile
Prezzo: €
Collana: Echi
In libreria dal:
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Prezzo: € 1,99
Collana: Echi
Disponibile dal: 09/11/2020
ISBN: 9788812008896

Gli autori

Giuliano Amato

Giuliano Amato, professore emerito all’IUE di Fiesole e alla Sapienza di Roma, membro del Parlamento per 18 anni, ministro dell’Interno, due volte ministro del Tesoro e due volte presidente del Consiglio, ha presieduto la Commissione internazionale sui Balcani nel 2003-2005 ed è stato vicepresidente della Convenzione sul futuro d’Europa nel 2002-2003. Honorary fellow dell’American Academy of Arts and Sciences e già presidente della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Istituto Treccani, è attualmente giudice della Corte costituzionale. Ha scritto libri e articoli su antitrust, libertà individuali, forme di governo, integrazione europea e su vari temi politici.

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