Novità
Arte
Tra le numerose voci che Giulio Carlo Argan ha redatto nel corso di quasi cinquant’anni per l’Istituto della Enciclopedia Italiana, questo volume ne raccoglie tre – Arte, Architettura e Critica d’arte – che, in qualche modo, sembrano dialogare, testimoniando la “fede” dell’autore nel progetto enciclopedico, quale strumento di lettura dei molteplici aspetti e connessioni del sapere. Il primo saggio, che costituisce il cuore del libro, è incentrato sull’arte europea e americana del xx secolo, ne esamina le principali correnti e tendenze, le implicazioni politiche, il rapporto con la scienza, la letteratura, il teatro, il cinema, il contesto storico e sociale. Il secondo offre una sintetica panoramica dell’architettura contemporanea e, insieme, un’analisi delle sue radici culturali. Infine, la terza voce riflette sul significato, sulla storia e sul ruolo della critica, intesa nel suo senso più politico e militante: come strumento interpretativo necessario per il prodursi e per l’affermarsi dell’arte.
La lingua della neopolitica
Come parlano i leader
Nel 2013 la vita politica italiana ha vissuto una vera e propria rivoluzione: nelle aule parlamentari è entrata una quota di eletti privi di esperienze politiche pregresse mai vista in passato. Le ripercussioni sul piano linguistico sono state enormi: se il tradizionale, astruso “politichese” della prima Repubblica era già stato soppiantato, a partire dal 1994, da un linguaggio più colloquiale e comprensibile, la xvii legislatura (2013-2018) ha visto l’affermazione di quello che si può definire “socialese”, cioè un lessico adatto alla diffusione attraverso i social network, che accarezza, e spesso fomenta, le consuetudini più deteriori della comunicazione. Dal 2018, sul sito Treccani viene analizzato ogni quindici giorni un termine emergente di questa neopolitica. Basandosi sui risultati di tale osservatorio, Michele Cortelazzo ha individuato le tendenze linguistiche degli attuali politici, a iniziare dai leader – veri protagonisti di questa fase politica incentrata sulla personalizzazione –, ricostruendo la storia di tecnicismi, di modi di dire (chi ci mette la faccia, chi non vuol mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, chi ci ragiona sopra…), di nuove parole politiche – vaghe come cambiamento; tipiche di una parte (patriota) o dell’altra (campo largo); nate per mascherare le idee proprie o manipolare quelle altrui, per denigrare gli avversari, per mostrare competenza, per creare un consenso emotivo (quante ruspe e mangiatoie…) – e di non pochi anglicismi (come recovery o underdog).
EDRA AMENDOLA
La collezione Edra dal 1987 a oggi, fotografata da Aurelio Amendola, con un testo dello storico dell’arte Bruno Corà che ricorda come «Le pagine che seguono recano l’esito associato di queste due differenti azioni, distinte dalla professionalità di una originale azienda produttrice di interior decoration e dalla sensibile esperienza di un maestro della fotografia qual è Aurelio Amendola».
LA PROMESSA DELLA MADRE
Il volume racconta e illustra il viaggio dell’Acquedotto Pugliese e dei corsi d’acqua che esso raccoglie e costeggia: partendo dalle sue fabbriche naturali, le sorgenti del Sele, l’Acquedotto arriva fino a Caposele, passa per i monti d’Irpinia, attraversando nevai e inghiottitoi carsici. Il viaggio fotografico dell’autore Carlos Solito racconta il prezioso tesoro campano e più avanti lucano che raggiunge capillarmente ogni angolo della Puglia per mezzo di un’opera ingegneristica dal valore storico inestimabile. Costruita a partire dal 1906, la rete idrica dell’Acquedotto Pugliese si estende per ventimila chilometri, servendo più di quattro milioni di persone e percorrendo i luoghi più suggestivi della Campania, della Basilicata e della Puglia. Un viaggio che comincia dalle pance delle montagne, delle grotte, delle caverne e dei fiumi sotterranei (le vere e proprie fabbriche degli acquiferi carsici) e segue il suo corso attraversando le più iconiche e importanti bellezze naturali e artificiali: montagne, boschi, flora, mondi ipogei (voragini, fiumi e laghi), valli, campagne, centri abitati, sentieri, tratturi, manieri solitari, coste, antiche vie e tutto ciò che l’Acquedotto Pugliese contempla nella sua nobile e virtuosa estensione.
LETTERATURA NEI TEMPI INQUIETI
Scrivere, immaginare, cambiare il mondo
« La seconda chance dell’umanità». Cosi Nazim Hikmet ha definito la letteratura: un’alternativa rispetto alla realtà, soprattutto a quella più tragica e violenta. Scrivere, dare forma a un romanzo, significa scommettere su una facoltà di cui tutti disponiamo: l’immaginazione. Le scrittrici e gli scrittori la alimentano giorno per giorno, costruendo uno spazio di empatia che li porta a mettersi nei panni degli altri, a immedesimarsi, a guardare con altri occhi. Questa prospettiva si fa immediatamente politica, perché determina non solo una dialettica con l’alterità ma abbatte steccati, polverizza pregiudizi, cancella confini e barriere. Alcuni tra i maggiori autori e tra le maggiori autrici del nostro tempo ci portano nel loro cantiere intellettuale, svelando le ragioni per cui hanno deciso di dedicare la vita alla scrittura, ricostruendo l’itinerario della loro formazione attraverso i libri e gli incontri, ma soprattutto rinnovando la scommessa su una letteratura che può cambiare il mondo se alza la posta in gioco. E se, nella turbolenza e nel disorientamento dei tempi bui, ci incoraggia a restare umani.
UNA FELICITÀ NUOVA
Riscoprire la poesia di Pascoli
Pochi poeti evocano memorie di letture scolastiche quanto Giovanni Pascoli: X agosto, Il gelsomino notturno… Almeno due o tre versi sono rimasti scolpiti nel ricordo di ognuno di noi. Eppure l’immagine che in genere abbiamo di lui è piuttosto polverosa: decadente? Cupo? Sentimentale? Queste pagine sono un viaggio che ci porta a rileggere complessivamente la sua poesia e a evidenziarne la straordinaria capacità di innovazione, la potenza di uno sguardo che non è rivolto solo alle piccole cose domestiche ma anche ai segreti dell’universo, in una tensione conoscitiva che – per usare un verbo a lui caro – fa scintillare il mistero dell’essere vivi.
GRAMSCI TRA CESARISMO E BONAPARTISMO
Questo libro indaga un aspetto apparentemente circoscritto e poco conosciuto eppure importante del pensiero di Antonio Gramsci: l’analisi dei concetti di bonapartismo e di cesarismo, sia nei suoi scritti precarcerari che nei Quaderni del carcere. Tale ricerca è non solo rilevante nell’ambito degli studi gramsciani, ma rappresenta anche un contributo alla storia del pensiero politico e alla storia intellettuale in generale, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo e della natura dei partiti politici, ai rapporti di potere tra i diversi gruppi sociali e alla trasformazione dello Stato con l’avvento di regimi autoritari. Spaziando dai primi articoli di giornale alle note carcerarie, l’autrice ricostruisce l’evoluzione del pensiero di Gramsci sul cesarismo e il bonapartismo, contestualizzandolo all’interno del panorama culturale e politico del suo tempo. Nel contempo aspira a proporne una lettura più ampia, incentrata sulla questione della “modernità”, pietra angolare della sua visione del passato e del presente, nonché dell’elaborazione del suo progetto rivoluzionario. Questa analisi storica si rivela illuminante anche per il dibattito politico e intellettuale contemporaneo, fornendoci utili strumenti concettuali per affrontare le sfide del nostro tempo. L’edizione inglese di questo volume ha vinto la quinta edizione del Premio internazionale Giuseppe Sormani (2020, sezione “esordienti”) promosso dalla Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci ed è stata inserita nella shortlist del Deutscher Memorial Prize (2021).
QUADERNI D’ARTE ITALIANA N. 09 #CRITICA
«Quaderni d’arte italiana» nasce dalla volontà di creare uno spazio d’indagine e di approfondimento sull’arte italiana del XXI secolo. Attraverso l’individuazione di lemmi che, di volta in volta, definiscono il numero in uscita, la rivista intende mettere ordine sui temi che animano la produzione delle artiste e degli artisti italiani attivi in questi primi decenni del nuovo secolo. Disegnare profili, indicare punti di vista è il primo passo per cominciare a scrivere una storia dell’arte del XXI secolo. Il nono numero dei Quaderni è dedicato al tema della critica. Cosa è la critica? A cosa serve? Perché ci serve? E perché dovremmo preoccuparci vedendola lentamente scomparire dalle pagine dei giornali? Queste domande hanno a che fare, prima di tutto, con la democrazia. L’esercizio della critica – quando analitica o scientifica – è prezioso per consentire la decodificazione dei sistemi che ci governano. Anche il sistema dell’arte a suo modo è, o dovrebbe essere, un sistema democratico basato sul valore dei suoi processi. Per questo il ruolo della critica risulta nodale: essa consente l’emersione di principi costruttivi e condivisi da contrapporre a uno scontro di interessi basato sul prevalere della forza (economica, politica, ideologica). Alla critica spetta di discernere tra i valori, evidenziarli e metterli di fronte al giudizio dei cittadini perché le loro scelte siano consapevoli. Questo numero nasce da un dibattito che ha avuto luogo su diversi giornali italiani nell’autunno del 2023. I «Quaderni» lo riprendono con l’obiettivo di approfondirlo.
CINEMA WESTERN
Il western è il cinema americano per eccellenza. Ed è l’unico genere del grande schermo a essere insieme intrattenimento popolare, territorio dell’immaginario e narrazione di un’epopea basata su fatti storici (sebbene distorti o mitizzati): è il viaggio verso il West, il rapporto con i nativi, il conflitto culturale e politico fra Nord e Sud che sfociò nella Guerra civile; è l’arrivo della “civiltà” nella wilderness, il coraggio dei singoli e la creazione delle comunità di coloni; è l’amicizia virile, i matrimoni interetnici e il sogno del melting pot; è la scoperta del paesaggio, dalle grandi praterie ai deserti del Sud-Ovest e alle Montagne Rocciose; è la guerra, l’avventura, l’amore, la morte. Partendo da Griffith e Ince, passando per Ford, Hawks e Leone, e arrivando fino a Tarantino, Alberto Crespi ricostruisce la storia di questo (spesso mistificatorio) autoritratto che il “Nuovo Mondo” ha costruito e su cui si basa il fascino che ha esercitato su intere generazioni.
GIACOMO MATTEOTTI. VITA E MORTE DI UN PADRE DELLA DEMOCRAZIA
VITA E MORTE DI UN PADRE DELLA DEMOCRAZIA
Catalogo della mostra, Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia (Palazzo Braschi, 1 marzo – 10 Giugno 2024), il volume ripercorre, con materiale documentale e iconografico per lo più inedito, la vita breve e intensa del deputato socialista, dai suoi esordi politici giovanili fino alla sua tragica uccisione.